
Succede sempre qualcosa di meraviglioso
Gianluca Gotto ci racconta il suo modo di intendere la vita
Torinese di nascita ma cittadino del mondo, Gianluca Gotto trascorre la sua esistenza viaggiando e assorbendo tutto quello che può da culture diverse, spazi, abitudini e nuovi sentire. Il suo modus vivendi è fortemente influenzato dalla cultura orientale che non manca mai di condividere e diffondere tramite il blog Mangia Vivi Viaggia e i suoi libri.
Gianluca è una fonte inesauribile di spunti, aneddoti e lezioni zen che promuovono la scelta di vivere una vita piena e leggera, votata al benessere.
I suoi libri hanno venduto più di 700.000 copie e il suo TEDx “Come essere felici ogni singolo giorno” è il più visualizzato di sempre tra quelli in lingua italiana.
Per i lettori di Kamala, si racconta parlandoci del suo romanzo: Succede sempre qualcosa di meraviglioso, un libro incentrato sulla ricerca della felicità, che in qualche modo insegna l’importanza di coltivare il benessere a prescindere da quello che riserva la vita.
In fondo, il nostro scopo nel mondo non può esaurirsi in nulla di materiale ma, come direbbe Guilly, personaggio del romanzo, è quello di avere “la sensazione di essere a casa, sempre”.
Ciao Gianluca! In “Succede sempre qualcosa di meraviglioso”, c’è un personaggio in particolare, Guilly, che dispende perle di saggezza che portano il lettore a riflettere molto sul senso della vita. Una delle sue “non-regole è “Essere ribelli significa essere gentili”. Ti va di parlarcene?
La vita è caotica, le persone imprevedibili, i problemi sono ovunque, le minacce pure… come possiamo vivere serenamente in mezzo a tutto ciò? La risposta che ho tratto dal buddhismo è che non possiamo credere seriamente di controllare la vita. La vita è un’esperienza più grande di noi, e sempre lo sarà. Però possiamo controllare noi stessi. Quando non siamo in grado di cambiare le cose, possiamo cambiare noi stessi.
Come si fa? Lavorando sui nostri pensieri e le nostre azioni, ma anche sulle nostre parole. Essere gentili è questo: è cambiare noi stessi, e dare il nostro piccolo-immenso contributo per cambiare il mondo.
E come si pratica la gentilezza, da dove si comincia, in un mondo sempre più frenetico, in cui l’IO prevale su tutto in ogni situazione?
L’Io prevale su tutto, è vero, ma dove ci porta questo ego-centrismo? A vivere come vive l’uomo comune, di una “silenziosa disperazione” per citare Thoreau. Se vogliamo salvarci dalla dilagante frustrazione, dalla rabbia e l’odio, dall’urgenza di essere sempre competitivi, occorre fare qualcosa che non siamo soliti fare. Essere gentili, ad esempio. Provarci, e vedere cosa succede.
Uno dei punti cardine della tua filosofia è proprio che “l’ego è l’ostacolo tra te e la felicità”. Quando l’hai capito? E come?
Quando io e la mia compagna Claudia, nel 2016, ci rendemmo conto di avercela fatta, ovvero di essere riusciti a crearci una vita in cui potevamo essere liberi di vivere viaggiando, quando ci scoprimmo incredibilmente felici, che cosa facemmo per prima cosa? Aprimmo il nostro blog. Perché? Le persone veramente felici vogliono condividere.
L’ego è nemico della nostra felicità perché la felicità è tanto una questione di connessione con ciò che non è Io. Gli altri, la Natura, la Vita.
Un’altra delle lezioni di vita di Guilly riguarda la questione della sofferenza umana. Siamo sempre più incapaci di sopravvivere al dolore, lasciando spazio a emozioni che alla fine imprigionano e ci cambiano. “Il dolore è inevitabile, la sofferenza è una scelta”, ci piacerebbe approfondire questo punto.
Ci sono due scenari. Il primo è che abbiamo la tendenza a fuggire dalle cose spiacevoli della vita. È naturale, crediamo che soffrire sia “negativo”, qualcosa da evitare il più possibile. Eppure, a volte per superare certi dolori dovremmo starci dentro, senza scappare. Viverlo fino in fondo, così da lasciarlo “sfogare”, e quindi anche andare via. Invece, solitamente viviamo in fuga dal dolore. E così diventa sofferenza, perché una vita in cui si scappa continuamente e non ci si può permettere di fermarsi mai è di per sé una tortura auto-inflitta.
Il secondo è che a volte il dolore ci travolge e noi ci identifichiamo con esso. Assumiamo il ruolo della vittima e fatichiamo a lasciarlo andare, perché temiamo che questo comporti perdere noi stessi. Pur di non ritrovarci a chiederci chi siamo veramente, preferiamo stare dentro la sicurezza di un dolore che a quel punto diventa la scelta della sofferenza.
Parliamo invece d’amore. In anni in cui è spesso confuso con il possesso e purtroppo i molteplici fatti di cronaca ne sono la dimostrazione, come si pratica il “non-attaccamento”, come si coltiva un “amore sano”?
C’è un antico proverbio che dice: se ami un fiore, non lo strappi ma lo annaffi e te ne prendi cura. Dico spesso che quando ci innamoriamo lo facciamo (quasi sempre) di una persona che in quel momento era libera, o comunque non era “nostra”. Ci siamo innamorati di lui o lei proprio perché era ciò che era, o almeno abbiamo visto una scintilla della sua anima, della sua vera essenza. Perché mai dovremmo renderla “nostra” quando inizia la relazione? Questo significa perdere di vista quella scintilla, o peggio ancora spegnerla. È propri come strappare un fiore bellissimo, portarlo a casa e metterlo in un vaso in bella vista: il fiore muore.
Il vero amore, per me, è far sentire l’altra persona al tempo stesso amata e libera di essere ciò che è.
Vorremmo concludere con un messaggio ai lettori da parte tua: se è vero che “Succede sempre qualcosa di meraviglioso”, ti va di lasciarci un tuo augurio in questo senso?
Se sentite di voler cambiare vita, e potete farlo, fatelo. Buttatevi. Alla fine dei vostri giorni rimpiangerete molto più quello che non avete fatto rispetto a quanto sarete dispiaciuti per quello che avete fatto. Sia che possiate farlo, sia che questa possibilità vi sia negata, ricordate comunque che il grande cambiamento verso la felicità inizia cambiando noi stessi. Nello specifico cambiando lo sguardo che rivolgiamo alla vita. In questo senso, succede sempre qualcosa di meraviglioso. È che spesso non ce ne rendiamo conto. Siamo troppo impegnati a pensare, pensare, pensare…
Ma la vita non va pensata, va vissuta!
IL BLOG: www.mangiaviviviaggia.com
INSTAGRAM: @gianluca.gotto
Raffaella Calso - Metropolitan Adv
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